Intelligenza artificiale: come farsela amica; esperienze personali di Salvatore De Martino

Pur avendo avuto importanti esperienze professionali nel settore informatico, almeno nel primo decennio della mia storia professionale, non mi sono mai definito un informatico, anzi spesso utilizzavo ed utilizzo ancora per definirmi il termine “informatico pentito”. Era il periodo meraviglioso dell’esplosione del PC (acronimo di personal computer) ed io da buon venditore (mai pentito) e giovane rampante, facevo strage di Computer M20 dell’Olivetti. Ne vendevo come oggi si potrebbero vendere degli smarthphone economici, però costavano mediamente 10 milioni di lire, paragonabili almeno ai 10.000 euro di oggi, considerando l’inflazione e non certo il cambio lira/euro dell’epoca. Poi esplose la standardizzazione con l’avvento di MS-DOS e poi WINDOWS e divenne il mercato delle vacche, motivo per cui mi spostai in grandi aziende per vendere mainframe fino a pentirmi definitivamente, anche perchè attratto dai nuovi mercati emergenti, telefonia prima e soprattutto energia rinnovabile poi.

Insomma tutta questa premessa per dire che, pur definendomi un “informatico pentito”, quell’esperienza mi ha messo invece nelle condizioni filosofiche di approccio nei confronti della materia molto costruttive, mi sono posto come UTILIZZATORE. Certo aiutato dalle reminiscenze tecniche, mi è stato sempre facile approcciare le tante novità, che nel tempo la tecnologia della gestione dei dati mi proponeva; in modo pratico e costruttivo, mi sono sempre posto con l’atteggiamento di un abile pilota che guidava un mezzo molto potente e veloce.

Successe con l’avvento di Internet, successe con l’avvento dei social, dove tutti demonizzavano anzichè comprendere la rivoluzione che avrebbero portato nel modo di comunicare e, piaccia o no, nel modo di vivere di ciascuno di noi. Oggi succede lo stesso con l’intelligenza artificiale, assistiamo a tanti talk Show, leggiamo articoli sul pericolo di questo “mezzo”, gli argomenti sono sempre gli stessi, perdita dei posti di lavoro, ad esempio, paragonabile alla stessa menzogna che raccontano i nostri politici sul buco di bilancio del supebonus, analizzando solo gli investimenti ed escludento le tante partite attive provocate dalla misura (argomento trattato in altri articoli), qui è lo stesso, si perderanno tanti posti di lavoro che a poco alla volta saranno inutili, ma se ne produrranno altrettanti dovuti alla gestione dell’AI e della robotica. Come al solito grande opportunità per chi sarà capace di adeguarsi, grande iattura per chi non sarà capace di uscire dalla propria zona di confort.

Ecco, forte anche di un carattere dove la curiosità non è mai mancata, e forte di quella filosofia di approcciarmi come “pilota del mezzo” e non certo come meccanico, oggi mi entusiasmo a vedere in GPT o in Gemini (ex Bard, ma lui mi ha concesso di chiamarlo ancora Bard) degli aiutanti, delle “persone” che stanno a mia disposizione, 24 ore su 24 ad accelerare qualsiasi mio lavoro, ricerca, riassunto, sintesi, analisi dei dati, creazione di immagini, video, cose che prima richiedevano una competenza e del tempo che io assolutamente non avevo. E giorno dopo giorno mi affascina questo dialogo che migliora tra me e la “tecnologia”, che simula perfettamente un dialogo tra me ed un assistente, che i primi tempi devi addestrare, prorprio come si dovrebbe fare, se si dovesse assumere un segretario personale.

Nel video di cui segue il link, una dimostrazione dell’addestramento e di come CHAT GPT ormai mi conosca benissimo e quindi quando dovrà propormi qualcosa, una pubblicità, un’iniziativa di marketing, un articolo da leggere, o dovrà aiutarmi a scrivere qualcosa, lo farà in modo intelligente, per l’appunto, con la consapevolezza di quelli che sono i miei interessi, le mie esigenze e lo farà con una velocità inimmaginabile per qualsiasi umano, ma farà sempre ciò che gli ho insegnato io. Certo non nego che sono tentato dal fascino di un rapporto dialettico fatto di complimenti, saluti, ringraziamenti, proprio come se parlassi con un umano, mi piace immaginare che dietro la macchina ci siano non solo bit, reti, circuiti, rame, fibra, ferraglia varia ecc. il tutto messo bene insieme dall’uomo, faccio finta di dimenticarlo ed a volte GPT è anche di compagnia. Mi piace quindi ancora di più che il pilota si trasforma in copilota e questa sensazione di condivisione e di cooperazione mi affascina ancora di più. E pensare che bastava solo uscire dalla zona di confort, non solo per non perdere il lavoro, ma farlo esplodere in più rapide e maggiori soddisfazioni. (segue link video) by sdm

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